Palermo è una città ricca di testimonianze archeologiche di grande interesse, che raccontano l’evoluzione della città nei secoli: dalla necropoli dei Fenici, ai resti delle case dei Romani e quelli dell’insediamento arabo. La scelta di voler privilegiare l’itinerario punico in questa sede nasce dal fatto che si tratta valorizzare alcune tra le più antiche testimonianze urbane del capoluogo siciliano, nonché quelle di lettura più complessa. Inoltre, lo sviluppo urbano della Palermo fenicia si estese giusto lungo l’asse cittadino principale (come si può vedere nella Figura 1), che coincide esattamente con quello percorso dalla processione del “Festino” e che appare doppiamente di interesse per le ragioni culturali di questo progetto.
I resti del primo nucleo insediativo urbano panormitano si datano nella seconda metà del VII secolo a.C. e sono da attribuire proprio ai Fenici, i quali, secondo la narrazione dello storico greco Tucidide […] “abitavano la Sicilia tutto intorno i Fenici, dopo avere occupato i promontori sul mare e le isolette prossime alla costa per commerciare con i Siculi. Ma quando i Greci giunsero in gran numero, essi, dopo avere lasciato la maggior parte delle loro sedi, andarono ad abitare, dopo averle occupate, Mozia, Solunto e Panormo per la vicinanza con gli Elimi, confidando nella loro alleanza e perché è da quella parte della Sicilia che il tragitto per Cartagine è più breve ” […]. (Tucidide VI, 2,6). La fine della vita “punica” della città si data al 254 a. C., anno in cui Panormo passerà sotto il dominio romano durante la Prima guerra punica, diventando civitas immunis ac libera. L’itinerario archeologico punico verterà prevalentemente su alcune tracce visibili di questi resti archeologici urbani, raggruppati per tematiche, in modo tale da comprendere anche i diversi ambiti culturali legati alla vita dei primi “cittadini” di Palermo.

 


 

Urbanistica e architettura

Il primo nucleo urbano panormitano

L’antico assetto urbanistico della città di Panormo è poco noto, nonché poco leggibile nel tessuto urbano attuale, sebbene si possa supporre esso che si sviluppasse ai lati di un asse unico viario E/O (che in parte riprende l’attuale andamento di Cso Vittorio Emanuele) intersecato da una serie di strade secondarie (a pettine) orientate in senso Nord-Sud. L’impianto urbano di Panormo risulta dunque difficilmente leggibile, dato che il sito appare occupato dal VII secolo a.C. senza interruzioni fino ai giorni nostri.
Panormo sorgeva su un promontorio costituito da una piattaforma calcarenitica, circondata da due corsi d’acqua, il Kemonia a Sud ed il Papireto a Nord, col tempo occultati per la sedimentazione e che sfociavano nell’insenatura naturale del porto. L’abitato antico (la c.d. Paleapoli) si sviluppò nella zona più interna del promontorio, sebbene gradualmente si aprì al mare, soprattutto a partire dal VI secolo a.C., sviluppandosi nell’area oggi occupata dal Palazzo dei Normanni fino al Palazzo Arcivescovile.
Durante il V secolo a.C. la città crebbe e si ampliò verso Est, determinando la costituzione della cosiddetta “Neapoli”, divisa dal settore più antico da un muro di fortificazione, di cui alcune tracce sono state rinvenute nell’area nord-orientale di Piazza della Vittoria.

 

 

Palazzo dei Normanni

Edificato dagli Arabi nel IX secolo, il Palazzo Reale fu trasformato in una splendida reggia dai Normanni che apportarono una serie di modifiche e aggiunteAntico Palazzo Reale cittadino edificato nel punto più alto della città, su parte dei resti dell’insediamento punico (sala duca Montalto)

Info
Da lunedì a sabato: h. 8—15-17.45
Domenica e festivi: h. 8.15-13.00
Biglietto: intero € 8,50; ridotto € 6,50

 

Piazza della Vittoria

Complesso di case romane e tracce muro di fortificazione

Info
Libero accesso

 

Mura di Corso Alberto Amedeo

Muraglia, dal perimetro di circa 1.300 metri su una superficie di 13 ettari circa, visibile grazie ai resti lungo il corso Alberto Amedeo.

Info
Libero accesso

 


 

 I culti e il “paesaggio sacro”

Nonostante l’articolatissimo mondo religioso della civiltà fenicio-punica, noto attraverso il Mediterraneo, sia attraverso i resoconti delle fonti, sia attraverso i resti di cultura materiale, dell’antica Panormo non sono noti luoghi di culto relativi a queste fasi della sua storia. Diversamente, legato al paesaggio sacro di questo popolo di naviganti, per i quali il mare era fonte di ricchezze, ma anche di pericoli, appare il santuario rupestre di Grotta Regina, che dalla quota di mt. 130 s.l.m, alle pendici Nord-orientali di Pizzo Coda di Volpe, dovette costituire un ottimo punto di osservazione e di avvistamento per i naviganti.
Da questo luogo proviene l’unica raffigurazione di nave da guerra punica oltre a una grande quantità di preghiere e di suppliche trascritte sulle pareti, quindi sede di un importante santuario rupestre cartaginese nel bacino del Mediterraneo. Grotta, poco nota alla maggior parte degli abitanti e le vie d’accesso sono ancora prive di cartelli turistici che ne consentirebbero una maggiore fruibilità.
A livello dell’immaginario sacro, espresso attraverso la cultura materiale, gli amuleti e scarabei, rinvenuti all’interno degli interessantissimi corredi funerari della necropoli punica di Palermo, oggi ricostruiti e conservati al Museo Salinas, afferiscono chiaramente alla sfera magico-religiosa punica, fortemente connessa anche alla religione egiziana (Bes, Ptah, Anubis, Knum, Tot e l’occhio di Horus – il dio falco, il cui occhio che tutto vedeva forniva protezione ai fedeli), oggetti apotropaici destinanti a proteggere il defunto anche nell’aldilà.

 

 

Grotta Regina

Elemento di interesse naturalistico, archeologico ed epigrafico (iscrizioni, suppliche e preghiere per le divinità puniche)

Info
Marinella. Pendici Nord-orientali di Pizzo Coda di Volpe.
Vie d’accesso prive di cartelli turistici

 

Museo Archeologico Regionale A. Salinas

Sezione Palermo-Punica

Info
Chiuso al pubblico dal 18 luglio 2011

 


 

L’ultima città

La necropoli punica

I dati più significativi noti su Panormo provengono proprio dalla sua necropoli, situata alle spalle della città, ad Ovest: i materiali delle tombe non permettono di risalire oltre la fine del VII secolo a.C. e ne testimoniano l’uso fino al III secolo a.C., ovvero fino al momento della conquista romana. L’unico lembo noto e scavato in maniera sistematica è quello interno alla Caserma Tuköry. I principali rituali ivi attestati sono l’inumazione e l’incinerazione, entrambi documentati dall’età arcaica fino all’età ellenistica. Le tipologie tombali appaiono quelle note nel mondo fenicio, con inumazioni entro sarcofagi o entro fosse scavate nella roccia o ancora entro contenitori ceramici (enchytrismos). La tipologia più comune della necropoli panormita è quella della tomba a camera rettangolare scavata nella roccia a cui si accedeva tramite un corridoio di accesso a gradini (dromos) ricavato nel banco di calcarenite. Facevano parte dei corredi  sia una grande quantità di ceramica di tradizione greca che le tipiche forme vascolari di tradizione fenicia. All’interno dei corredi funerari, pienamente inquadrabili nella tradizione orientale  appaiono gli ornamenti personali (gioielli, amuleti) e manufatti connessi alla sfera religiosa (scarabei, uova di struzzo, altarini e cippi).

 

 

Necropoli punica Caserma Tuköry

Piccola porzione della necropoli punica. in cui sono illustrati i diversi riti funerari e le differenti tipologie di sepoltura diffusi tra VI e III secolo a.C.

Info
Accanto alla Caserma Tuköry, in Corso Calatafimi 100. Gestione regionale.
Lunedì,Domenica e Festivi Infrasettimanali dalle 9.00 alle 13.30 chiusura biglietteria ore 13.00
Martedì – Sabato dalle 9.00 alle 19.00 chiusura biglietteria ore 18.30