I segni di contaminazioni, di fasi storiche articolate e di stili architettonici Sambuca li “indossa” sulla sua fisionomia urbanistica e monumentale, fornendo al visitatore uno spettacolo suggestivo della sua essenza. Sin dalle sue origini urbane arabe, di cui sono una testimonianza i “sette vicoli  saraceni” (sette vanneddi), fino alle facciate barocche delle chiese e a quelle settecentesche e ottocentesche dei suoi palazzi storici, Sambuca appare un luogo caratterizzato preminentemente dalla commistione di stili, eco della sua storia.
Dall’impianto urbano medioevale a fuso, definito per fuochi, fino al tessuto viario ricco di interventi settecenteschi  e ottocenteschi visibili prettamente lungo l’asse mediano di Corso Umberto I, la città ha poi subito un cambiamento ulteriore a seguito del terremoto del 1968, che ha determinato un nuovo percorso storico per la città.
Le numerose pagine di storia scritte da Sambuca, visibili nei suoi numerosissimi elementi storico-architettonici urbani e non, si uniscono alle pagine letterarie ispirate da essa o di cui essa divenne parte, guadagnandosi un posto di rilievo nella storia della letteratura. L’itinerario culturale si articolerà dunque attraverso tre temi, relativi a questa doppia vessante storico-culturale che caratterizza la città.

 


 

“L’acropoli” di Sambuca

L’area più elevata della città costituisce certamente una delle aree più affascinanti di Sambuca, una vera e propria acropoli cittadina, secondo un gioco di rimandi storici, la cui importanza storica è data dal fatto che qui si ubicava l’antico palazzo dell’Emiro della città-fortezza di Zabut, la cui costruzione risale probabilmente all’XI-XII secolo. Oggi, questa parte della città è resa ancora più suggestiva grazie alla prospettiva creata dalla terrazza del Belvedere, che guarda verso Adragna, Giuliana e Caltabellotta e posta su uno strapiombo. Insistono su piazza Baldi-Centelles molti elementi di interesse storico: qui si trovano, in parte celati, i resti del castello che nel XVII secolo, persa la funzione di difesa, il castello cedette il suo spazio alla Chiesa Madre che, da allora, fu ripetutamente ampliata inglobando una delle torri divenuta campanile. Nella metà del XVII secolo il castello cadde in rovina, divenendo nel XIX secolo prigione e, dal 1837, durante l’epidemia di colera, un lazzaretto.

 

 

Chiesa Madre

Il nucleo originario della Chiesa madre, risale al 1420 e insisteva su parte del castello di Zabut, tanto che una delle torri di questo divennero il campanile, e venne ampliato nel 1642. La facciata della chiesa è realizzata con basamenta ciclopiche in pietra tufacea, e all’interno persiste un portale arabo-normanno

Info
Piazza Baldi Centelles
Accesso libero

 

Terrazza Belvedere

La terrazza si impianta sui resti del castello arabo, databile tra ’XI e il XII secolo, nel quartiere della Matrice. Elementi caratterizzanti sono la bella esplanade e la maestosa scalinata che si affaccia sulla piazza.

Info
Piazza Baldi Centelles
Accesso libero

 

Quartiere saraceno

Tessuto urbano di origine araba, di cui  sono testimonianza i “sette vicoli  saraceni” (sette vanneddi).

 


 

Sambuca letteraria

Le pagine letterarie di Sambuca hanno origini ottocentesche, ma la tradizione letteraria di questa città, in relazione alla sua peculiarità storica, che per il suo interesse ha costituito anche l’ambientazione importanti romanzi che delineato nel panorama letterario, nazionale e  internazionale, la storia socio-culturale dell’isola.
Infatti, nell’800 a Sambuca si riuniva un gruppo di intellettuali, tra cui certamente spicca Emanuele Navarro della Miraglia,  autore del celebre romanza “La Nana”, il quale intratteneva un carteggio con Luigi Capuana, padre del Verismo. Oggi a testimonianza della intellettualmente vivace borghesia del tempo rimane il teatro ottocentesco. Lo stesso nome del teatro, denominato “L’idea”, appare esso stesso un piccolo “manifesto” di un’epoca di fervore intellettuale che caratterizzò Sambuca determinandone la grande eredità culturale.

 

 

Teatro dell’idea

Il Teatro fu edificato tra il 1848 e il 1851 da un gruppo di “Borghesi” liberali ed aperti agli influssi artistico-letterari dell’epoca. Il teatro presenta una forma classica a ferro di cavallo, una volta a cupola r tre ordini di palchi e la platea, e un ampio palcoscenico che richiamano alcuni importanti teatri palermitani. Sul finire dell’800 fu restaurato e dipinto in stile liberty dal pittore adornista Domenico Ferrara.

Info
Corso Umberto I

 

Palazzo Panitteri

Sala con ricostruzione del salotto politico-letterario dell’800.

Info
Piazza Vincenzo Navarro

 


 

Sambuca “a palazzo”

L’estrema ricchezza di edifici architettonici di pregio in questa cittadina della Sicilia centro-meridionale, incastonata in uno splendido paesaggio, sorprende sin dalla prima visita del centro.
Per questo motivo, un percorso tra alcuni dei palazzi più significativi della città permetterà di cogliere alcuni degli aspetti  storici che caratterizzarono l’evoluzione socio-urbanistica di questo centro e di conoscere la storia di alcune delle grandi famiglie che ne fecero prosperare l’economia nel tempo.

 

 

Palazzo Panitteri

Costruito su quello che era un torrione d’avamposto della fortificata Zabut, divenne poi residenza patrizia tra il XVI e il XVIII secolo. La struttura attuale mostra una serie di elementi tardo rinascimentali e barocchi isolani, di cui massimo esempio è il portale, sul quale è posto lo scudo della famiglia Panitteri.

Info
Piazza Vincenzo Navarro

 

Palazzo Beccadelli

Edificio poderoso fatto realizzare dai Marchesi di Sambuca su edifici preesistenti. Del palazzo sono di grande rilievo lo scalone catalano e il balcone centrale che raffigura lo stemma di famiglia

Info
Corso Umberto I

 

Palazzo dell’Arpa

Palazzo settecentesco caratterizzato un doppio arco trionfale, al cui interno si trova un  elegante portale, sormontato da tre balconi.