Altari di San Giuseppe

Il 19 marzo a San Giuseppe Jato si celebra la festività, tra tradizione popolare e secolare, per il santo Patriarca, tradizionalmente protettore degli orfani, dei poveri e della buona morte;  la ricorrenza prende il nome di “Virgineddi” ed è chiaramente collegata ai riti di passaggio che portano alla stagione primaverile.
Nelle Case dei devoti al Santo sono realizzati gli “Altari ri San Giuseppi” (delle vere e proprie macchine sceniche), che vedono l’ausilio di una specifica professionale, detta “Apparaturaru”.
Gli”Altari”, ornati con quinte teatrali e drappi, accolgono l’effige del santo (o della Sacra Famiglia) e sono composti per tradizione da tre gradini (o sette) ricoperti da ricami, fiori, candele, spighe di grano, alloro e agrumi. Il pane ha un ruolo centrale; elaborato dalle abili mani delle donne, assume un significato simbolico, rifacendosi alla tradizione cristiana. I gradini degli Altari ospitano pani dalle svariate forme (ostensorio, bastone e palma, croce, scala, cestino, tenaglia, piante e fiori) insieme a rametti di rosmarino. Nelle tavole disposte ai lati dell’altare vengono disposte 101 pietanze, prevalentemente a base di cereali, frutta, verdure, pesci e dolci, eccetto la carne (per via della quaresima).
I “virgineddi” si caratterizzano anche per le “Parti ri San Siuseppi”, un testo dialettale di tradizione orale, che rievoca la fuga in Egitto, durante il cui peregrinare la sacra famiglia avrebbe trovato ospitalità “nel regno di Sicilia”. Una capanna è allestita in uno spazio limitrofo alla casa del devoto, con rami di palme e fogliame. I personaggi della rappresentazione  vengono infine accolti alla mensa-altare.