Luogo fortificato, racchiuso entro possenti mura e protetto da una serie di strapiombi naturali, l’antico borgo di Erice offre ancora molto da scoprire, in relazione al punto di vista da cui si osserva.
Si propone quindi un itinerario culturale, articolato attraverso la proposizione di tre tematiche eterogenee, anche a livello diacronico per offrire un nuovo punto di osservazione.
Come per l’itinerario archeologico, anche gli elementi di interesse dell’itinerario culturale verranno raggruppati per tematiche, in modo tale da comprendere anche i diversi ambiti culturali legati alla storia e alla cultura di Erice.
Questi Punti di vista permetteranno di osservare il volto della Erice dai retaggi arabi e della posizione occupata dalla donna e dai lavori ad essa connessi, della fase sveva, e dell’importanza assunta dalla città  sotto gli Aragonesi e gli Spagnoli.

 


 

La Erice di S. Giuliano.

La fase normanna

Erice normanna venne affidata alla tutela di S. Giuliano e monte S. Giuliano fu il suo nuovo nome, mantenuto fino al 1934, quando venne ribattezzata durante il governo di Mussolini con il nome di Erice.
Dall’epoca normanna, per lunghi secoli, Erice accrebbe il suo ruolo, con un incremento anche di tipo popolazione e con la ristrutturazione delle mura, divenendo fortezza regia e vivace centro residenziale di una comunità costiera, gli “habitatores”, colonizzatori dei territori situati alle pendici del monte e per la quasi totalità, impegnati nell’agricoltura e nella pastorizia in ogni località del vasto territorio, preferivano, o si vedevano costretti dalla realtà del tempo a far capo ad Erice, unico sito dove, entro la inespugnabile cerchia di mura, potevano porre al sicuro se stessi e le loro famiglie da ogni pericolo. In questa fase, Erice e la creazione di nuove e più ampie porte (Porta Trapani, Porta Carmine e Porta Spada).

 

 

Castello Normanno (di Venere)

Edificato nel XII sec. E sito su una rupe isolata, il castello normanno sorge come fortezza sulle rovine del tempio di Venere. La costruzione di poderose mura e di torri, c.d. del Balio, un tempo collegate al castello tramite un ponte levatoio, lo rendono inespugnabile Attualmente, sopra il portone d’ingresso si trova lo stemma degli Asburgo di Spagna, tangibile segno del loro passaggio.

Info
Dal giorno successivo ultima domenica di MARZO al 31 MAGGIO
tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00;
Dal 1 GIUGNO al 14 LUGLIO: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00;
Biglietto: intero € 3,50; ridotto € 1,50

 

Chiesa di S. Giuliano

Sita in piazza San Giuliano, la chiesa viene fondata dai Normanni e riedificata nel XIII secolo.

Info
Piazza S. Giuliano

 


 

Una fortezza contro gli Angioini

Durante la dominazione aragonese, che si insediò in Sicilia dopo i Vespri (1281), gli sovrani aragonesi furono a lungo sospettosi nei confronti degli Angioini di Napoli e alcuni sovrani, in particolare Federico d’Aragona, si dedicarono a continuare a fortificare alcuni centri strategici nell’isola, per evitare assalti improvvisi.
Di questa fase fa parte anche l’edificazione di una struttura di carattere religioso e celebre nella città di Erice, la Chiesa Madre e la torre di difesa postale accanto per ottimizzare il  controllo dell’area. La Chiesa fu realizzata tra il 1312 e il 1370 e fatta realizzare da Federico d’Aragona.

 

 

Porta Spada

Porta urbica così denominata a seguito dell’eccidio consumato degli angioini durante l’insurrezione del “VESPRO” nei pressi di essa.

Info
Accesso Libero

 

Chiesa Madre

Edificata nel 1314, la facciata presenta un pronao datato 1426 a quattro arcate ogivali. L’edificio ha una pianta a tre navate, lungo quella sinistra si alternano quattro cappelle risalenti ai secoli XV – XVI. L’interno della chiesa custodisce numerose opere artistiche. A fianco alla chiesa sorge una torre campanaria originariamente torre d’avvistamento, edificata alla fine del XIII secolo che si sviluppa per un ‘altezza di 26 metri, la cui facciata è caratterizzata dalla presenza di una monofora e due bifore gotiche.

Info
Accesso libero

 


 

Erice con gli occhi di donna

Il mondo della donna a Erice, attraverso gli spazi che hanno caratterizzato la loro presenza e il loro ruolo nelle cosiddette “attività di mantenimento”. Percorrendo nel tempo sia gli spazi “femminili” sia i lavori e le mansioni svolte dalle donne troviamo i caratteristici cortili ericini, eredità dell’architettura domestica araba, molto radicata nel trapanese, grazie ai quali le case erano rivolte verso l’interno e le attività che si svolgevano in essi, prettamente connotate per genere, venivano celate.
Tra queste attività doveva esservi anche la preparazione di cibi e dolci, la tessitura e la produzione di tappeti, creati con scarto che danno vita a  mescolanze di stili e ripetizione di elementi ornamentali. Il prodotto tipico è la “trappita”, tappeto popolare ottenuto tessendo strisce di stoffa colorata. La trama dei tappeti è formata da figure geometriche dai colori vivaci su fondo scuro.
Attraverso una panoramica lungo alcuni cortili ericini e alcune visite a dei moderni laboratori artigianali si cercherà di percorrere una parte importante della storia di questa cittadina e delle sue abitanti.

 

Cortili ericini

Cortili ericini, eredità dell’architettura domestica araba.

Info
Privati, visibili dall’esterno

 

Laboratori artigianli del tappeto

Info
Privati, visita previa prenotazione